Sunday, January 31, 2016

The Confession of Alessandro Serenelli, 1961


I'm nearly 80 years old. I'm about to depart.

Looking back at my past, I can see that in my early youth, I chose a bad path which led me to ruin myself.

My behavior was influenced by print, mass-media and bad examples which are followed by the majority of young people without even thinking. And I did the same. I was not worried.

There were a lot of generous and devoted people who surrounded me, but I paid no attention to them because a violent force blinded me and pushed me toward a wrong way of life.

When I was 20 years-old, I committed a crime of passion. Now, that memory represents something horrible for me. Maria Goretti, now a Saint, was my good Angel, sent to me through Providence to guide and save me. I still have impressed upon my heart her words of rebuke and of pardon. She prayed for me, she interceded for her murderer. Thirty years of prison followed.

If I had been of age, I would have spent all my life in prison. I accepted to be condemned because it was my own fault.

Little Maria was really my light, my protectress; with her help, I behaved well during the 27 years of prison and tried to live honestly when I was again accepted among the members of society. The Brothers of St. Francis, Capuchins from Marche, welcomed me with angelic charity into their monastery as a brother, not as a servant. I've been living with their community for 24 years, and now I am serenely waiting to witness the vision of God, to hug my loved ones again, and to be next to my Guardian Angel and her dear mother, Assunta.

I hope this letter that I wrote can teach others the happy lesson of avoiding evil and of always following the right path, like little children. I feel that religion with its precepts is not something we can live without, but rather it is the real comfort, the real strength in life and the only safe way in every circumstance, even the most painful ones of life.

Alessandro Serenelli, May 5, 1961

--- original Italian text ---

Sono vecchio di quasi 80 anni, prossimo a chiudere la mia giornata.

Dando uno sguardo al passato, riconosco che nella mia prima giovinezza infilai una strada falsa: la via del male che mi condusse alla rovina. Vedevo attraverso la stampa, gli spettacoli e i cattivi esempi che la maggior parte dei giovani segue quella via, senza darsi pensiero: ed io pure non me ne preoccupai. Persone credenti e praticanti le avevo vicino a me, ma non ci badavo, accecato da una forza bruta che mi sospingeva per una strada cattiva. Consumai a vent’anni il delitto passionale, del quale oggi inorridisco al solo ricordo. Maria Goretti, ora santa, fu l’angelo buono che la Provvidenza aveva messo avanti ai miei passi. Ho impresse ancora nel cuore le sue parole di rimprovero e di perdono. Pregò per me, intercedette per me, suo uccisore.
 

Seguirono trent’anni di prigione. Se non fossi stato minorenne, sarei stato condannato a vita. Accettai la sentenza meritata; rassegnato espiai la mia colpa.

Maria fu veramente la mia luce, la mia Protettrice; col suo aiuto mi diportai bene e cercai di vivere onestamente, quando la società mi riaccettò tra i suoi membri. I figli di San Francesco, i Minori Cappuccini delle Marche, con carità serafica mi hanno accolto fra loro non come un servo, ma come fratello. Con loro vivo dal 1936.
 

Ed ora aspetto sereno il momento di essere ammesso alla visione di Dio, di riabbracciare i miei cari, di essere vicino al mio angelo protettore e alla sua cara mamma, Assunta.

Coloro che leggeranno questa mia lettera vogliano trarre il felice insegnamento di fuggire il male, di seguire il bene, sempre, fin da fanciulli. Pensino che la religione coi suoi precetti non è una cosa di cui si può fare a meno, ma è il vero conforto, la unica via sicura in tutte le circostanze, anche le più dolorose della vita.


Pace e bene!

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